domenica 23 giugno 2013

Quando ti accorgi che è il momento di smettere

Dopo quasi cinque anni è arrivato il momento di dire basta. L'allarme è scattato già qualche settimana fa, i post del blog iniziavano a non avere la solita frequenza e il suo pilota accusava stanchezza per lo più mentale. Nemmeno l'idea di trasformarlo con altri contenuti è apparsa la scelta giusta. Quando si esauriscono le motivazioni è giusto dire basta.
Grazie a tutti, davvero.....

giovedì 20 giugno 2013

La battuta del giorno

“Io prego ogni giorno i miei Santi perché Berlusconi viva fino a 120 anni. Io darei la vita per lui, morirei. Gli darei un rene, due reni, persino mia moglie, se lei è d’accordo”. (Antonio Razzi, senatore della Repubblica Italiana)


 La signora Razzi ringrazia, aspettiamo una risposta. 

mercoledì 19 giugno 2013

L’evasore fiscale Berlusconi non ha diritto all’impunita’


La Corte Costituzionale non si e’ lasciata condizionare da subdoli argomenti di opportunita’ politica che avrebbero “dovuto” prendere la forma di diluizioni o rinvii. E ha stabilito che un premier non puo’ convocare alla chetichella un consiglio dei ministri usando l’istituzione come strumento ostruzionistico al corso della giustizia. Sono quindi pienamente valide le sentenze di primo grado e d’appello che condannano Berlusconi per frode fiscale e ne ordinano l’interdizione dai pubblici uffici. Trattasi di un disonesto che ha truffato lo Stato italiano per decine di milioni di euro. Mantenerlo al vertice dello schieramento della destra italiana costera’ a quest’ultima un prezzo di credibilita’ prolungato negli anni. Naturalmente Berlusconi ha convenienza a proseguire il suo appoggio al governo Letta, anche quando la Cassazione -com’e’ probabile- ne confermasse l’interdizione. Ma gli italiani avranno pieno diritto di considerarlo per quello che e’: un delinquente. (www.gadlerner.it)

Non la prendono bene


La corte costituzionale boccia il conflitto di attribuzione sollevato contro il Tribunale di Milano. Per i giudici, fu il Cavaliere a fissare un impegno politico in concomitanza con il dibattimento, senza offrire alternative. Resta quindi valida la condanna in appello a 4 anni. I "giornalai" arcoriani non la prendono bene.

I grullini

Fino a due mesi fa, all’indomani della candidatura di Rodotà al Quirinale e del conseguente suicidio del Pd che si riconsegnò nelle mani del suo peggior nemico (Napolitano) e del sottostante governo-inciucio Letta-Berlusconi, tutti i partiti lavoravano indefessamente per il Movimento 5Stelle. Dopo averlo creato dal nulla, ignorando tutte le battaglie di Grillo e dei suoi ragazzi e rinchiudendosi nel sarcofago in attesa che passasse ‘a nuttata, l’avevano pasciuto e ingrassato demonizzandolo e facendolo linciare da tv e giornali al seguito. E con le presidenziali e il governo-vergogna l’avevano trasformato nel punto di riferimento della base del Pd in dissenso coi vertici che avevano resuscitato un’altra volta un Caimano morto e sepolto. Poi, proprio mentre l’inciucio confermava platealmente dieci anni di campagne grillesche contro “Pdl e Pdmenoelle”, il nastro s’è riavvolto a ritroso. Complice, certo, la disinformazione e la memoria corta degl’italiani. Ma soprattutto colpa del M5S che, da lepre inafferrabile, s’è trasformato in inseguitore trafelato. E ha preso a lavorare indefessamente per i partiti, facendo dimenticare tutte le magagne della politica politicante che a febbraio avevano spinto 9 milioni di italiani a mandarla al diavolo. Un suicidio di massa coronato dalla geniale operazione Gambaro. Intendiamoci: cacciare, o far cacciare dalla “rete”, una senatrice che ha parlato male di Grillo, manco fosse la Madonna o Garibaldi, è demenziale, illiberale e antidemocratico in sé. E non solo perché serve su un piatto d’argento agli eterni Gattopardi e ai loro camerieri a mezzo stampa la miglior prova di tutte le calunnie che hanno sempre spacciato per dogmi di fede. Non è nemmeno il caso di esaminare l’oggetto del contendere, cioè le frasi testuali pronunciate dalla senatrice nell’intervista incriminata a Sky, perché il reato di lesa maestà contro il Capo è roba da Romania di Ceausescu. Certo, affermare che il guaio del movimento fondato e portato al successo da Grillo è Grillo, è una fesseria. Certo, lo stillicidio di interviste in dissenso (le sole che interessino ai media italiani) per oscurare quanto di buono fanno i 5Stelle in Parlamento e di pessimo fanno i partiti, è fastidioso e altamente sospetto. Certo, senza Grillo e i suoi forsennati tour per l’Italia i 5Stelle non avrebbero preso un voto e le Gambaro non sarebbero state votate nemmeno dai parenti stretti. Ma il reato di cazzata non esiste e non deve esistere in un movimento che si dice democratico, anzi iperdemocratico. Grillo aveva tutto il diritto di incazzarsi e di farlo sapere, ma la cosa doveva finire lì. Il cerino sarebbe rimasto nelle mani della Gambaro e dei 10-20 furbetti che trescano con i partiti dopo aver intascato i voti e i posti grazie a un movimento anti-partiti (tutti). E che se la sarebbero vista con i loro elettori. O, se davvero hanno dietro qualche progetto ribaltonista, sarebbero usciti prima o poi allo scoperto. Lunedì bastava una dichiarazione, firmata da chi voleva, per ribadire gl’impegni assunti con l’elettorato. Mettere ai voti le fesserie di una senatrice (che, diversamente da Salsi e Mastrangeli non ha violato alcuna regola interna) invitandola al pubblico autodafé, è una versione da Asilo Mariuccia del socialismo reale. Dopo aver trascorso i primi quattro mesi di vita parlamentare a guardarsi dalle presunte trappole dei partiti (che, così come sono ridotti, sono capaci al massimo di intrappolare se stessi), i “cittadini” hanno piazzato l’autotrappola perfetta. E ci sono cascati con tutte le scarpe. D’ora in poi i dissenzienti senz’arte né parte, magari pilotati dai soliti compratori di parlamentari, hanno di fronte un’autostrada: gli basterà rilasciare un’intervista critica al giorno per finire tutti dinanzi al tribunale del popolo, o della rete, e guadagnarsi l’insperata fama di nuovi Solgenitsin, con piedistallo e aureola di martiri. Al confronto, la partitocrazia più inetta, corrotta e antidemocratica dell’universo profumerà di Chanel numero 5. Un capolavoro. (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

lunedì 17 giugno 2013

E poi non dite che Grillo ha torto


Assemblea del Movimento Cinque Stelle, qualche sito spara una notizia infondata. Crimi è presente e lotta insieme a noi !

domenica 16 giugno 2013

La battuta del giorno

“Mica possono prendere e uscire così? Secondo me no, non conosco le dinamiche interne al Movimento di Grillo, ovviamente. Ma credo che, prima di abbandonare il gruppo parlamentare di appartenenza una pattuglia di dissidenti abbia l’obbligo di confrontarsi coi colleghi e provare a convincerli sulla bontà della sua tesi. Poi se questo dialogo non va a buon fine, uno semmai esce e se ne va al Misto. Ma prima questo dialogo lo deve tentare, no?”. (il principe dei traditori Domenico Scilipoti in piena crisi di astinenza)